Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata. |
Messa col Motu Proprio a Vicenza: |
A Vicenza la Messa tridentina viene praticamente negata, infatti la celebrazione concessa controvoglia in applicazione del Motu Proprio è sostanzialmente difforme dal rito tridentino: il tutto si riduce ad una solenne presa in giro dei fedeli e ad una grave disubbidienza al Papa. In premessa un po' di cronistoria. Il 31-5-2005 la Delegazione di Vicenza di Una Voce torna alla carica invocando le allora recenti prese di posizione di Benedetto XVI in favore della Messa tridentina, ma il Vescono non recede. Finalmente il 4-9-2008, rispondendo alla richiesta di applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, dispone che la Messa tridentina venga celebrata presso la chiesa di S. Rocco a Vicenza una Domenica al mese [di più avrebbe fatto indigestione...] ed esorta "i rappresentanti dei fedeli a collaborare attivamente con il Celebrante per raggiungere il meglio possibile questo risultato". Il 21-01-2009 il Vescovo risponde dicendo di "aver fatto pervenire [la ricevuta lettera di lamentela] a Mons. Giandomenico Tamiozzo [il celebrante pasticcione], affinché provveda ad attuare fedelmente le disposizioni previste dal Motu Proprio" e conclude: "Per ogni ulteriore esigenza, Vi prego di rivolgerVi direttamente a mons. Tamiozzo". Dopo tanto assicurare, il 14-2-2009 l'Associazione Una Voce Italia torna a denunciare le irregolarità nella celebrazione della S. Messa, che con lettera del 16-2-09 vengono ripresentate al Vescovo. Il 21-2-09 il Vescovo risponde con un Comunicato Stampa invero assurdo e menzognero. Dice infatti che la Messa tridentina viene celebrata a San Rocco di Vicenza ogni seconda e quarta domenica del mese: cosa del tutto falsa perché la Messa vi è stata celebrata un volta al mese e a cadenze del tutto irregolari. Precisa di avere incaricato Mons. Tamiozzo di "svolgere il sacro rito con fedeltà e rigore secondo le norme stabilite", tuttavia non prende alcun provvedimento per tutte le gravi irregolarità dimostrate! Non è sufficiente "incaricare", occorre controllare e far sì che l'incarico venga bene eseguito. Ma evidentemente anche quell'incarico era una grida manzoniana... Ma ai fatti di San Rocco di Vicenza si aggiungono ora quelli di Montecchia di Crosara (a circa 40 Km. da Vicenza). Anche da Montecchia parte la richiesta per la Messa tridentina, ma il Vescovo risponde con grande carità, grande solerzia, grande intelligenza e... grande sfottò: fatevi quattro passi [40 Km!] e andate a San Rocco... Non solo, ma un certo Don Pierangelo Rigon (che era subentrato a Mons. Tamiozzo, ma con gli stessi errori) scrive una lettera a "Il Giornale di Vicenza", una lettera davvero interessante, che anche noi ci affrettiamo a pubblicare qui appresso a sinistra e su fondo celestino, a destra e su fondo verdino pubblichiamo le risposte date da Fabio Marino (per Coordinamento Una Voce Venezie) e da Lorenzo Magnabosco (per Messa latina Vicenza), tratte da quanto da loro chiesto per diritto di replica [vergognosamente non accordato!] a Il Giornale di Vicenza e da quanto a loro nome pubblicato sul quotidiano online VicenzaPiù; su fondo giallo qualche nostra osservazione. S.P. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
«Il latino a messa non ha distrutto la Chiesa» Il Giornale di Vicenza |
Don Rigon e la Messa Tridentina www.VicenzaPiù |
Il 7 luglio 2007 -tre anni domani- veniva promulgato il motu-proprio con il quale il Papa consentiva(1) la
cosiddetta “Messa in latino”. |
Molto gravi sono le dichiarazioni fatte nella lettera inviata al Giornale di Vicenza da don Rigon, il quale enumera una serie di cose che son totalmente false sulla Messa in latino a San Rocco. |
(1) A rigor di termini, dato che la Messa tridentina non era stata mai abrogata (come riconosce lo stesso Benedetto XVI), non si dovrebbe parlare di concessioni, di permessi..., ma di semplice riconoscimento. |
Il Papa, intanto, continua a dare il suo buon esempio(4) per un ritorno alla sacralità del culto. |
Al Sig. Direttore de Il Giornale di Vicenza |
(4) Evidentemente Don Rigon ha un concetto tutto suo del buono e dell'esempio: l'esempio non può essere limitato, deve essere intero. Se Benedetto XVI volesse dare veramente il buon esempio, dovrebbe celebrare lui stesso il Santo Sacrificio della Messa in rito tridentino, cosa che finora si è ben guardato dal fare. Tuttavia riconosciamo che quel poco che fa ci fa piacere. |
Per quanto concerne quella “straordinaria”, Il Papa aveva chiesto, nel motu-proprio, a tutti i vescovi, di
fare una relazione(9) allo scadere dei tre anni. |
Dopodiché afferma che per la "bontà" di mons. Nosiglia non vi sarebbe nessun ostacolo in diocesi di Vicenza a usare della Messa tridentina come stabilito dal Papa; che vi sarebbero "alcuni non autorizzati censori" del modo con cui egli don Rigon, come prima di lui mons. Tamiozzo, dice la messa alla chiesa di S. Rocco a Vicenza; che questi censori "con il loro rubricismo esasperato" bloccherebbero i buoni propositi dei sacerdoti di dare attuazione a Summorum Pontificum. |
(9) Più che attenderne una relazione, avrebbe fatto meglio a pretenderne la realizzazione, intervenendo ove necessario e punendo i trasgressori. |
Difficile, tuttavia, pensare che l’uso dell’antica Liturgia possa essere di nuovo ristretto(10) a casi limiti e sotto lo stesso controllo degli Ordinari (così avveniva nella legislazione prima del motu-proprio). Benedetto XVI parla solamente di “vie per trovare rimedio” ad oggettive difficoltà(11). |
Non è vero che prima di Summorum Pontificum l'uso dell'antica liturgia fosse "ristretto a casi limite": questo lo diceva chi voleva legittimare i vescovi a disobbedire a Giovanni Paolo II, come fece mons. Nosiglia. Ancora una volta don Rigon si appiattisce nel condividere i pretesti dei nemici della Messa, il che mostra che la sua formazione è quella. E non vorremmo pensare che il suo intento sia di giustificare mons. Nosiglia per rendergli contro i fatti la "testimonianza" di un curriculum immacolato, in vista di una più sfolgorante carriera. |
(10) Il solito linguaggio modernista teso a confondere il prossimo: sembrerebbe che tutto va bene e che l'antica Liturgia non possa essere nuovamente [ciò vuol dire che prima è stata ristretta, con violenza aggiungeremmo] ristretta a casi limiti [come mai tanto abuso?], ma chiediamo quando mai ora, nonostante il Motu Proprio, quando mai è stata favorita? Non è forse vero proprio il contrario? Fedeli che chiedono e Vescovi che negano abusando del loro potere, e preti che disubbidiscono e minacciano... |
A Vicenza, per la bontà(12) di mons. Nosiglia, non c’è mai stato nessun ostacolo(13) alla libertà di chi –sacerdoti e laici– intendesse dar corso alla possibilità concessa dal Papa. Ne sono personalmente testimone(14). |
Ostacoli alla messa tridentina a Vicenza da parte del Vescovo ce ne sono stati e ce ne sono: nel 2005 mons. Nosiglia rifiuta senza motivazione una richiesta di 700 fedeli in base al Motu proprio Ecclesia Dei. Oggi Nosiglia dice no alla messa chiesta più volte in Val d'Alpone, e ad altre richieste non pubbliche in vari luoghi della diocesi. |
(12) Gliela raccomando "la bontà di mons. Nosiglia"! L'abbiamo già vista in premessa quando ha negato la S. Messa ai fedeli, quando ha consigliato di fare una passeggiatina di ben 40 chilometri, da Montecchia di Crosara a San Rocco di Vicenza! Quando non è intervenuto fattivamente presso mons Tamiozzo o lo stesso Don Rigon.... |
Stranamente, invece, gli ostacoli maggiori sono venuti da alcuni, non autorizzati(15), censori della celebrazione secondo il Messale del 1962, così come da me, e prima da mons. Tamiozzo, svolta dopo una serena valutazione del modo migliore(16) di comportarci all’altare. |
Il can. 212 § 3 del Codice di Diritto Canonico stabilisce che i fedeli "hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli". I cristiani di Vicenza richiedenti la Messa avevano inviato varie lettere al Vescovo lamentando con argomenti il modo improprio di celebrare a S. Rocco e la commistione di riti, e dopo che si perseverava nell'errore hanno elevato pubblicamente la loro protesta. Dovevano forse essere autorizzati dal sig. parroco Pierangelo Rigon? |
(15) Qui dice il falso, infatti i censori non solo erano stati autorizzati, ma richiesti ed esortati dallo stesso Vescovo: "aveva esortato i rappresentanti dei fedeli richiedenti a collaborare attivamente con il Celebrante per raggiungere il meglio possibile questo risultato." |
Curioso il fatto che il sottoscritto, generalmente etichettato(18) come “tradizionalista”, stavolta sia accusato di aver celebrato una “messa ammodernata”(19). |
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(18) Attento che se lei beve da una bottiglia di veleno, cui è stata applicata l'etichetta "elisir di lunga vita", muore subito lo stesso, perché quello veleno è, e veleno rimane. |
Così le ho “prese” da destra e da sinistra… esercitandomi nella pazienza(20) e nella sopportazione. |
Don Rigon si lamenta di essere perseguitato, soprattutto perché dichiara di essere un "tradizionalista", e sappiamo che da anni parla di diventare il cappellano dei tradizionalisti di Vicenza: non è che ha celebrato la Messa in latino per poter dire di essere perseguitato? |
(20) Farebbe meglio ad esercitarsi nel dire la verità e nell'osservare le rubriche. |
Questi “signori” con il loro rubricismo esasperato(21), bloccano ogni buon proposito di quei pochi sacerdoti che, cercano –pur tra mille difficoltà(22)– di dare attuazione al motu-proprio di Benedetto XVI. |
Non serve accusare di "rubricismo", parola magica dei liturgisti della riforma contro la Messa che c'era prima. Don Rigon lo sa benissimo che è il rispetto delle regole di una forma liturgica (le rubriche) ciò che la rende quella forma e non un'altra. Se lui o qualche suo collega parroco desiderano fare una messa nuova con commistioni della Messa antica, lo facciano pure (in quanto la normativa lo consenta), ma non dicano che è la messa tridentina prevista da Summorum Pontificum, perché non è e non sarà mai vero. Dimostrarlo non è possibile, tanto è vero che il liturgista Rigon non porta nessun argomento quando afferma apoditticamente che il suo e di mons. Tamiozzo (che almeno tradizionalista non dice di essere) sarebbe "il modo migliore di comportarci all'altare". Se poi don Rigon vuole dare man forte al suo Vescovo nel dare a chi chiede una cosa per l'altra (la pietra invece del pane, Lc 11, 11), nel dare ai fedeli la messa modernizzata, dato che la Messa tridentina non s'ha da fare, nel ritenersi indipendente dal Papa e dalla legge della Chiesa, allora non dica di essere "tradizionalista". Diventerà certamente il nuovo rettore della chiesa di S. Rocco, e gli facciamo tanti auguri. |
(21) Lei invece preferisce esasperare con le novità, ma la Santa Madre Chiesa le rubriche le ha scritte perché lei le osservasse, non perché le valutasse, le criticasse e le disattendesse. Ubbidire alle rubriche significa ubbidire a S. Madre Chiesa. Invece, disubbidire con la scusa del rubricismo esasperato equivale a disubbidire a Dio (chi non ascolta voi, non ascolta me). |
Concludo esprimendo l’auspicio che il ritorno degli antichi riti non divenga causa di divisione(23) e di nuove chiusure, ma costituisca davvero motivo di riconciliazione(24) per tutti, all’interno della comunione ecclesiale nella quale possono convivere le legittime diversità e in cui si dovrebbe poter esprimere quell’ermeneutica(25) della continuità sulla quale, giustamente, insiste il nostro Papa con il suo magistero e con il suo esempio(26). Don Pierangelo Rigon |
Quanto a noi, l'associazione Una Voce dal 1964 persegue la Messa tridentina, senza commistioni e compromissioni: non vogliamo "bloccare" nessuno (attenzione, però, che la gente le cose le capisce), ma non diremo mai e poi mai che una messa è tridentina quando non lo è, qualsiasi cosa ci possano promettere. Fabio Marino |
(23) Assolutamente no, lo assicura il Card. Ratzinger, oggi Benedetto XVI: "la presenza dell'antica liturgia non turba né rompe l'unità delle diocesi, ma è invece un dono destinato a rafforzare il Corpo di Cristo, del quale siamo tutti servitori". |
Riprendendo quanto detto in premessa, aggiungiamo quanto segue. Pare insomma che tutto sia stato fatto perché i fedeli si stancassero, si disorientassero e la smettessero di chiedere la Messa tridentina. Come ci si può dunque meravigliare che alla Messa siano presenti soltanto due fedeli? Ci piace concludere con una citazione: S.P. __________________ |